Continua il caro carburanti nonostante il taglio di 25 centesimi

Continua il caro carburanti nonostante il taglio di 25 centesimi delle accise effettuato dal Governo.

I prezzi però, lungi dallo stabilizzarsi, sono aumentati già il giorno successivo dall’attuazione del decreto erodendo il risparmio, pur minimo, per gli automobilisti.

In questa situazione, sembra paradossale, ma una delle categorie che sta soffrendo di più è proprio quella dei gestori delle pompe di benzina i quali, essendo remunerati con una percentuale fissa calcolata per ogni litro di carburante venduto, oltre a subire i cali fisiologici dei consumi dovuti ai prezzi alle stelle, devono anche far fronte all’aumento vertiginoso delle bollette dell’energia elettrica, ad una riduzione dei ricavi, ad un aumento, con una conseguente maggiore esposizione finanziaria, delle spese di acquisto dei carburanti e a quello sui costi delle transazioni effettuate con bancomat e carte di credito. Infatti, essendo pagati a litro, meno litri si acquistano con la stessa somma, ad esempio 50 euro, e meno i gestori guadagnano fatta salva, però, la percentuale da riconoscere al circuito di credito, calcolata ovviamente sulla somma spesa.

Per capirci, un gestore guadagna una media di 3,5 centesimi/litro a prescindere dalle fluttuazioni del prezzo di vendita per cui quando la benzina aveva un costo di 1,4, erogava 35,7 litri per 50 euro di spesa e aveva un ricavo lordo di circa 1,3 euro. Oggi, con la benzina a 2,1 euro, invece, eroga 23,8 litri e il suo guadagno scende a meno di 84 centesimi ma dato che la spesa è sempre di 50 euro, dovrà riconoscere su questa cifra la commissione al circuito di credito il che, ovviamente, erode ulteriormente il suo ricavo.

Il confronto con gli organi dirigenti reggini della Faib, la categoria di Confesercenti che raggruppa il maggior numero di gestori di carburanti presenti nell’area metropolitana, mi ha consegnato un quadro assai preoccupante per un comparto già alle prese con le perdite generate dalla crisi pandemica e i problemi dovuti ad una profonda ristrutturazione del settore.

Ecco i motivi per i quali, come Faib Confesercenti Reggio Calabria, di concerto con Faib nazionale, chiediamo interventi concreti attuabili da subito e, contestualmente a questa nota, invieremo una lettera ai Consiglieri Regionali Calabresi perché si facciano parte attiva nel sostenerli sollecitando l’Esecutivo a intervenire con tempestività.
Richiediamo quindi la sterilizzazione dell’iva sui rialzi di listino in modo che gli aumenti non siano anche gravati da un ulteriore 22%, lo sgravio tramite credito d’imposta sugli aumenti dell’energia elettrica rispetto alla media corrisposta nel 2019, l’abbattimento del 100% delle commissioni per le transazioni elettroniche e l’apertura di un Tavolo di Crisi presso il Ministero.

Azioni da porre in essere nell’immediato per supportare, soprattutto con la sterilizzazione dell’iva, non solo i gestori ma anche l’intera comunità che, grazie al conseguente contenimento degli aumenti, potrà trarne un concreto beneficio.

Claudio Aloisio
Presidente Confesercenti Reggio Calabria