Prendiamo lo spunto dall’articolo apparso ,qualche tempo addietro, su ”L’Automobile Club” , rivista a tiratura nazionale per i Soci ACI, per evidenziare l’importanza della segnaletica stradale e della sua estrema utilità per gli automobilisti. I segnali stradali ufficiali inclusi nei regolamenti e nei Codici Stradali di tutti gli Stati hanno lo scopo non solo di disciplinare la circolazione ma “comunicano” agli automobilisti le varie situazioni della strada che stanno percorrendo (Un pericolo, un’indicazione di direzione, un obbligo da osservare, una semplice informazione senza la quale, però, il malcapitato automobilista non sa dove si trova e, peggio, non sa dove andare). L’articolista prescindendo da queste ovvie considerazioni analizza, con precisione e con… sgomento la situazione in Calabria. Alcune delle “pecche” riscontrate sono comuni a molte Regioni d’Italia, ma una particolare situazione è riscontrata per le strade “interne” di questa nostra aspra terra e della nostra bella e trascurata Provincia. E’, tuttavia, necessario premettere una considerazione: a chi compete l’installazione della segnaletica e la manutenzione efficiente della stessa?
La risposta è ovvia : all’Ente proprietario della strada (Comune, Provincia, Regione e Stato). E l’automobilista è senza colpa? Riportiamo un periodo dell’articolo in esame: ”……mentre ci si addentra all’interno della regione, viaggiando sulle provinciali, si trova l’inferno: corsie mignon, buche, guardrail inesistenti o in cattivo stato…….., ma gli automobilisti li abbiamo visti indisciplinati, incuranti delle regole ,indifferenti alla segnaletica…..”
I segnali stradali sono per l’automobilista come la bussola per il marinaio . Essi devono essere installati dove servono ed essere sempre in buono stato e…in vigore. Non è così ! L’articolista evidenzia che in più occasioni ha riscontrato cartelli superati dalle nuove normative, cartelli sforacchiati da pallottole, cartelli ai bordi delle strade…dimenticati ! Percorrendo la SS.106 il nostro giornalista non ha trovato più l’indicazione per Catanzaro, ma solo quella per Taranto, tant’è che al bivio per il “capoluogo di Regione “ ha continuato per vari chilometri prima di potersi rendere conto che non andava a Catanzaro ma a Taranto. “Per ritornare sulla retta via – precisa – siamo stati costretti a confidare più volte sulla gentilezza dei vigili ,baristi e benzinai”.
Ma la sorpresa più grande è sulle provinciali all’interno dei feudi aspromontani ove i cartelli stradali sono nascosti dalla vegetazione oppure sforacchiati da armi da fuoco”.
Non commentiamo ma speriamo in futuro di non leggere più di queste considerazioni!
del dr. Antonino Cormaci