Il centro-sinistra reggino ha l’ansia di ribadire che l’inchiesta su brogli elettorali emersa in questi giorni non metterebbe in discussione il risultato elettorale, facendo così finta di ignorare che la vicenda si pone come un caso di falso elettorale raro se non unico nella storia della Repubblica italiana.
La vicenda “Castorina”, cosa che sfugge ai democratici di sinistra, non riguarda semplicemente “fatti singoli e circostanziati” ma è una ferita che offende tutta la cittadinanza e mina la credibilità delle istituzioni che Falcomatà&Company dovrebbero rappresentare per mandato popolare, non per autoproclamazione divina.
Le parole hanno una loro bellezza ma diventano reali solo quando vengono incarnate nella loro sostanza. Qui non si tratta di dare lezioni a nessuno, si tratta che “o si è o non si è”: o si è democratici, e quindi ci si comporta di conseguenza, o non lo si è solo perché si usa un aggettivo su una sigla. Si capisce che la sinistra abbia un problema a riconoscere la “sovranità” del popolo, ma questa riluttanza ideologica non può diventare primaria rispetto ad una vicenda che, secondo le stesse parole del procuratore Bombardieri, continuerà ad estendersi con esisti sempre più inquietanti per la comunità reggina tutta, e non solo per la politica che ne è diretta responsabile.
O dovrebbe sentirsi responsabile, cosa che dai rappresentanti di sinistra non sembra, come se la questione morale non riguardasse anche loro, nonostante la lista di inquisiti mancini continui ad allungarsi, come se Palazzo San Giorgio fosse per loro una piccola reggia di Versailles dentro la quale arroccarsi, forse con la speranza che i tanti anni davanti possano far svanire la memoria di questi tristi giorni.
Purtroppo per loro ci penserà sempre la penosa realtà che viviamo, e la classifica del Sole24Ore che continua a posizionare Reggio fra gli ultimi posti per qualità della vita (quest’anno esattamente al 95esimo), a ricordare ai reggini che non si governa una città con arroganza ma con umile spirito di servizio, a prescindere dai propri convincimenti ideologici e delle difficoltà contingenti.
La politica deve tornare ad essere credibile in questa città dove le speranze dei giovani e delle famiglie vengono ormai chiuse in una valigia e spedite su un triste treno diretto sempre più lontano. E per essere credibile, lo ripetiamo, non basta enunciare belle parole, bisogna anche incarnarle!
Ecco perché rinnoviamo il nostro invito alle dimissioni a tutti i consiglieri e alla giunta.
Sarebbe un segnale forte, fortissimo verso tutta la comunità che apprezzerebbe per la concreta assunzione di responsabilità. Altrimenti le belle parole risultano essere solo arroganza, e chissà che questa superbia domani non la debba pagare nuovamente tutta la città, e in quel caso non si potrà dire che lo scioglimento è uno strumentale atto politico deciso all’interno di una riunione di un Consiglio dei Ministri, ma saranno precise responsabilità penali ad inchiodare una classe dirigente e a umiliare una città che non merita tutto questo!
#AmaReggio (Movimento Civico)